venerdì 30 aprile 2010

UN ANGELO

Ero vicino al tuo letto la scorsa notte. Ero venuto a dare un'occhiata. Ho visto che stavi piangendo e non riuscivi a prendere sonno.

Ho uggiolato piano piano quando hai asciugato una lacrima dal tuo viso,"Sono io,non ti ho lasciata, e' tutto a posto, sto bene, sono qui ". Ero vicino a te a colazione, e ti ho guardata versare il caffè, stavi pensando a quante volte le tue mani mi avevano accarezzato.

Ero con te nei negozi oggi, le tue braccia erano doloranti ," ed io avrei voluto portare i tuoi pacchi, ma non ho potuto. Ero con te oggi quando sei andata alla mia tomba, te ne prendi cura con molto amore. Voglio rassicurarti, io non sono là .

Ho camminato con te per la casa mentre cercavi le tue chiavi,ti ho toccata con la zampa, ho sorriso e ti ho detto ."Sono io". Sembravi molto stanca e triste seduta su quella sedia, ed io ho cercato con tutte le mie forze di farti sentire che ero lì, vicino a te. Per me e' possibile starti cosi vicino, sempre.e dirti :"Non me ne sono mai andato".

Eri seduta tranquilla, poi hai sorriso, penso che tu sapessi.... che, nella quiete della sera, io ero molto vicino a te. Il giorno e' finito..., sorrido e ti guardo sbadigliare,e ti dico: "Buonanotte, che il Signore ti benedica, ci vediamo domattina".

E quando arriverà il momento in cui tu attraverserai il breve spazio che ci divide, io ti correrò incontro per darti il benvenuto, e resteremo fianco a fianco. Ho molte cose da mostrarti, e ci sono molte cose da vedere per te. Sii paziente, arriva fino alla fine del tuo viaggio... e poi vieni a casa, vieni da me.

Autore ignoto


lunedì 19 aprile 2010

mercoledì 14 aprile 2010

NEW YORK IN PIXEL

Approdare dal cielo
giungendo dall'Atlantico
per sorvolare
le luci di New York

Il mio avatar
sorvola
curioso
l'immenso scenario.

New York
in pixel
si sovrappone
a quello dei miei sensi.

SL o first Life?
La differenza
la fanno solo
i prim
che sono stati utilizzati.


JohnTitor Shan
New York, April 2008


giovedì 8 aprile 2010

LE RUNE

Tratto dal mio forum: http://lastregadellinverno.forumfree.it








E' questa la domanda alla quale ci troviamo più frequentemente a dare una spiegazione... E qui non vogliamo fare un trattato storico sulle origini Vichinge/Celtiche e sulla diffusione dei segni in Europa ma offrire a quelle persone che si rivolgono per la prima volta a questo "misterioso segreto sussurrato", la possibilità di riceverlo nel cuore, nella mente e nello spirito. Letteralmente la parola runa significa "segreto, sussurro" e deriva dal Norreno (l'antica lingua norvegese). Oltre ad essere un sistema di scrittura utilizzato dai popoli germanici e scandinavi da più di duemila anni, le rune sono ancora oggi uno strumento divinatorio e di crescita spirituale. La divinazione runica, però, non significa prevedere il futuro, al contrario, ci offre la possibilità di analizzare meglio il percorso su cui ci troviamo e mostrarci l'effetto delle nostre azioni positive o negative, agendo come uno specchio per quello che, in quel momento, non siamo in grado o non vogliamo vedere.Secondo la leggenda, furono scoperte dal dio Odino che le divulgò tra il suo popolo come simbolo del sapere e del riconoscimento di tutti i misteri degli dei e degli uomini. Esse, infatti, trasmettendoci la loro sapienza ci aiutano ad avere un atteggiamento più positivo nei confronti della vita e ad aumentare la coscienza di noi stessi.Per spiegare la meccanica delle rune dobbiamo immaginare una gigantesca ragnatela che si dirama nel tempo e nello spazio. Ogni suo filo è un'energia diversa e dal momento della nostra nascita a quello della nostra morte, noi ci troviamo in qualche punto di questa ragnatela a seconda delle nostre azioni positive o negative che siano. Azioni positive ci porteranno su di un filo sempre più positivo al contrario le azioni negative ci costringeranno su di un filo sempre più negativo. Considerando che la ragnatela è la nostra stessa vita, possiamo affermare che il nostro mondo sarà influenzato da questa energia prodotta proprio da noi stessi. Per identificare i diversi tipi di energia si attribuiscono dei simboli. Le rune sono questi simboli.



martedì 23 marzo 2010

LA CARTOMANZIA

Tratto dal mio forum http://lastregadellinverno.forumfree.it/


La cartomanzia ha origini piuttosto recenti rispetto ad altre forme di divinazione. Le prime testimonianze certe risalgono al 1770, data di pubblicazione a Parigi di Etteilla, ou la seule manière de tirer les cartes, dove l'autore, Etteilla, alias Jean-Baptiste Alliette, spiegava l'uso delle normali carte da gioco francesi per predire l'avvenire. Qualche anno più tardi lo stesso Etteilla dava alle stampe Manière de se recréer avec un jeu de cartes nommées Tarot (Parigi, 1783-1785) dedicato alla divinazione per mezzo dei Tarocchi.Come nota Giordano Berti nella Storia della Divinazione (Mondadori Oscar Storia, Milano, 2007) già nel Cinquecento e nel Seicento si incontrano, in Italia e Germania, vaghe testimonianze sull'uso delle carte da gioco a scopo divinatorio, ma queste pratiche sono molto diverse dalla cartomanzia moderna in quanto le carte non hanno significati precisi.Dopo Etteilla, la più famosa cartomante fu Marie Adélaide Lenormand (1768-1843), meglio nota come "Mademoiselle Lenormard", alla quale pare che si rivolgesse Joséphine Beauharlais, prima moglie di Napoleone Bonaparte. Da lei prende nome un particolare mazzo detto "Sibilla Lenormand", la cui invenzione non va però attribuita a Mlle Lenormand.I mazzi di carte usati a scopo divinatorio risultano essere diversi ed eterogenei, sia per origine che per quantità di "semi" e di figure. Si va dalle comuni carte da gioco e dai vari mazzi di Sibille italiane (La vera sibilla, per esempio, di Masenghini, Bergamo), parigine (Lenormand) e zigane (diffuse nel mondo di lingua tedesca), fino a un'infinita di mazzi di creazione più recente e studiati appositamente per l'uso divinatorio (tra i più noti e utilizzati troviamo l'Oracle Belline).Vengono usate in alcuni case anche le carte Zener, 25 carte, con 5 stelle, 5 onde, 5 croci, 5 cerchi e 5 quadrati), sebbene l'uso per cui queste carte sono state progettate non abbia a che fare con la divinazione bensì con l'esercitazione della telepatia.Tuttavia il mazzo più utilizzato allo scopo divinatorio è costituito dai Tarocchi medievali, contenenti 78 carte.Il principio base della cartomanzia, esercitata con ogni mazzo, si basa su un motto dell'Alchimia: "Come sopra così sotto", intendendo il "sopra" come il grande universo metafisico, e il "sotto" come la realtà fisica del mondo intorno a noi.Più semplicemente, il mosaico delle carte estratte, attraverso l'interpretazione dei simboli o delle allegorie in esse contenute e delle posizioni da esse assunte, ci possono fornire una buona approssimazione delle conseguenze derivanti dalle nostre scelte attuali (metodo intuitivo) o addirittura fornirci una indicazione sul da farsi o su ciò che comunque accadrà qualunque cosa decidiamo di fare (metodo sacrale).Più praticamente le carte divinatorie possono essere usate sia per leggere un eventuale futuro sia per svelare, a chi le studia, particolari aspetti di se stesso.

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giovedì 11 marzo 2010

SERVIZIO DI DIVINAZIONE E REIKI A DISTANZA

Da oggi è attivo il mio servizio di Divinazione: Tarocchi, Sibille, Rune, Pendolo. E' anche attivo il servizio di Reiki a distanza per chiunque ne facesse richiesta.

Qui di seguito il link: http://lastregadellinverno.forumfree.it/ .

Vi aspetto numerosi!

mercoledì 10 marzo 2010

TORINO MAGICA (PARTE 4°)


Magia.
Torino ne è pregna.
Lo dice il mito, che vuole che il capoluogo subalpino faccia parte dei due triangoli, quello della magia bianca (con Lione e Praga) e quello della magia nera (con Londra e San Francisco). Ma lo dice anche la storia, che racconta che augusta Taurinorum fu fondata dai romani all’incrocio tra due fiumi – il Po e la Dora - rispettando le regole magiche che volevano una città dotata di porte ai punti cardinali. Lo dice anche l’atmosfera che si respira in tante vie del centro storico, quella atmosfera e quelle vie che hanno ispirato i noir di Fruttero e Lucentini e le profezie di Gustavo Rol (già medium di fiducia di Fellini). Non è importante credere a tutte queste malie, anzi, certo è meglio diffidarne, ma lasciarsi affascinare questo sì, va fatto, per godersi una suggestione in più.
Guardare Torino con gli occhi della magia, fa vedere una città diversa, nascosta, sotterranea. Si scorge quello che spesso sta - letteralmente - sotto le cose, nei cunicoli che corrono nelle profondità della città. Piazza Statuto, ad esempio. Nella vita di tutti i giorni non è che un grande spazio piacevole a due passi da porta Susa. Invece – indossati gli occhiali della suggestione – si scopre che la piazza è il “cuore nero” della città e che in questa zona, ai tempi dei romani, c’era la “vallis occisorum” (da cui il nome del limitrofo quartiere Valdocco) ovvero la necropoli che verosimilmente ancora riposa sotto via Cibrario, corso Principe Eugenio, corso Francia e sotto le altre strade della zona. Proprio in piazza Statuto era infatti il patibolo, fino a quando i francesi lo trasferirono in quello che ancora oggi viene detto dai piemontesi “’l rondò dla forca” (non c’è bisogno di traduzione) all’incrocio tra corso Regina Margherita e via Cigna. E a ben guardare, nel cuore del piccolo giardino che occupa la piazza c’è un tombino. E quel tombino porta a un misterioso mondo sotterraneo: per i più prosaici conduce al nodo centrale delle fogne della città, per i più suggestionabili lì si trova la Porta dell’Inferno (almeno così vuole il mito).A poche centinaia di metri dalla piazza, superato corso Svizzera, si trova via Michele Lessona dove un tempo stava la “Domus Morozzo” – di cui non v’è più traccia –, ovvero la residenza torinese del più grande e più celebre esoterista di tutti i tempi: Nostradamus. Ma torniamo in piazza Statuto e al patibolo: poco distante, in via Barbaroux, si trova la chiesa dove veniva data l’ultima benedizione ai condannati. E’ la chiesa della Misericordia - dal 1720 proprietà della confraternita della Misericordia – che tutt’oggi espone in alcune teche di vetro il registro con i nomi dei condannati, i cappucci neri, il “bicchierino” per un ultimo sorso e il crocefisso (e, sotto una lastra di marmo, un ossario).Sempre in zona, un altro paio di curiosità: nella chiesa di Santa Maria di Piazza vi è un quadro della Madonna che alcuni vogliono dipinto dallo stesso San Luca; in una località segreta, da queste parti, le leggende vogliono che sia conservato il velo della Madonna.
Dopo aver fatto un salto nella vicina via Sant’Agostino, si può fare qualche metro nella piccola via Bonelli dove un tempo abitava il boia di Torino. Di lì, in pochi minuti, si arriva in piazza Solferino, una delle principali della città. E qui l’attenzione viene attirata dalla Fontana Angelica, rappresentazione allegorica che per gli esoteristi rappresenta la Porta verso l’Infinito.Ancora pochi metri, e si arriva alla piacevolissima piazzetta corpus Domini che ospita l’omonima chiesa realizzata nel Seicento nell’esatto punto in cui – nel 1453 – avvenne il “Miracolo di Torino”: un ladro tentava di vendere refurtiva sacra proveniente dalla chiesa di Exilles in Val di Susa; d’improvviso dal sacco s’innalzò, splendente, un’ostia e solo le preghiere dei fedeli e le parole del vescovo Ludovico di Romagnano la fecero ridiscendere.Da piazzetta Corpus Domini bastano pochi istanti per raggiungere il centro della città: piazza Castello. E il cuore della città è anche il cuore della magia, quello “bianco” in particolare: gli esoteristi affermano che l’epicentro dell’energia positiva del capoluogo si trova dove sorge palazzo Reale, tra la piazzetta Reale e i giardini, in particolare in corrispondenza della fontana dei Tritoni. Come se non bastasse, poco più in là, nel Duomo, riposa la Sindone, simbolo del messaggio positivo del cristianesimo. Ma il male è sempre alle porte: alcuni considerano il cancello del Palazzo, incorniciato dalle statue equestri di Castore e Polluce, il limen, il confine tra la città santa e quella diabolica. Il centro riserva altre sorprese: il museo Egizio ha da sempre un che di magico (tanto che negli ultimi tempi i giornali hanno bollato alcuni innocui malori di studenti in visita come “maledizione”) e sotto Palazzo Madama sono celate le cosiddette Grotte Alchemiche che avrebbero ospitato gli “scienziati” di casa Savoia a caccia della Pietra Filosofale. Da qui, prendendo via Po si può dirigere verso il fiume, oltre il quale – superata piazza Vittorio – riposa uno dei simboli dell’esoterismo subalpino: la chiesa della Gran Madre di Dio. Alcune tradizioni vogliono che sotto la basilica sia nascosto il Sacro Graal, altre che la collocazione del calice fosse invece indicata dall’indice di una delle statue che accolgono i visitatori, ora purtroppo distrutto. Ma tutte queste informazioni – che compongono solo un veloce ritratto della città magica – non possono trasmettere la malia dell’aria che si respira in alcune vie del centro storico. L’unico modo per capirla e viverla davvero, è esserci.
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